La sera di lunedì 6 luglio intorno alle 9 e 30, una coppia (marito e moglie) di occupanti della 8 marzo viene aggredita da due donne, che i carabinieri conoscono bene, e che tra l’altro non erano nuove ad episodi di questo tipo.
Nel giro di un tempo sorprendentemente breve, sopraggiungono sul luogo numerosi carabinieri in borghese, a quanto pare avvisati da una delle donne, e senza colpo ferire arrestano e portano in caserma i due occupanti, lasciando andare le due donne protagoniste dell’aggressione.
I due malcapitati vengono portati nella caserma di Villa Bonelli. La moglie viene rilasciata a notte fonda, non prima dell’ormai rituale serie di illazioni ed intimidazioni riguardanti l’occupazione "8 marzo", e dopo che i funzionari avevano rifiutato di accettare la sua denuncia per l’aggressione. Il marito viene trattenuto fino all’indomani mattina e portato in tribunale, dove viene (ovviamente, trattandosi di un incensurato denunciato per reati inconsistenti) rilasciato e rinviato a giudizio per il 6 ottobre.
Ciliegina sulla torta, l’8 luglio esce il solito articoletto su "Il Tempo" dove il fatto viene riportato come una tremenda aggressione compiuta da un pericoloso occupante della "8 marzo" e condito con particolari assolutamente inventati, degni della fantasia di uno sceneggiatore di film di serie B.
A questo punto è chiaro: in mancanza di elementi reali si stanno preparando i mattoni per costruire una campagna di criminalizzazione dell’occupazione "8 marzo". Dal momento che siamo convinti che i carabinieri della stazione di Villa Bonelli abbiano incombenze e compiti ben più urgenti e impegnativi, specialmente in un quartiere come il nostro, l’unica domanda che rimane per il momento senza risposta è: chi ha interesse a criminalizzare una lotta come la nostra, ben accetta al quartiere e che non ha mai avuto particolari problemi?