Roma, Alemanno contro il diritto alla casa
Non avrai altro mattone all’infuori di Caltagirone
di Silvia Cristofori
14 settembre, lunedì. Per circa trenta bambini del quartiere Magliana, a Roma, il primo giorno di scuola si è svolto su un tetto, quello dello stabile che li ospita insieme alle loro famiglie da circa due anni. Tema dell’insolita lezione, il diritto all’abitare. Il metodo d’insegnamento seguito, invece, è lo stesso degli operai della Insse. All’alba, bambini e genitori sono stati infatti costretti a rifugiarsi sul tetto dell’edificio in cui vivono per difendersi dal tentativo di sgombero messo in opera dai Carabinieri. Un tentativo poi fallito, ma conclusosi comunque con l’arresto di cinque persone.
Alla Magliana, quel posto lo conoscono tutti. E’ l’“Otto Marzo”, un tempo scuola media di zona, poi trasformatasi in un casermone fatiscente e abbandonato. Un posto che per vent’anni è stato sinonimo di degrado, spaccio di droga e prostituzione, oltre ad essere oggetto costante di mire speculative (che quando c’è di mezzo il mattone, a Roma, non mancano mai). Poi, nel giugno del 2007, l’ex plesso scolastico è stato occupato da alcune famiglie, italiane e straniere, e da un gruppo di giovani lavoratori precari, tutta gente che un affitto a prezzi “romani” non riusciva proprio a permetterselo, neanche lavorando dieci ore al giorno.
Fino a qui, niente di strano. O meglio, niente di strano in una città che vive da anni una condizione di emergenza abitativa, dove gli appartamenti sfitti sfiorano le 200.000 unità. Una città paradossale: la popolazione non cresce da circa vent’anni ma si continua a costruire senza sosta, mentre il bisogno di casa ha fatto sorgere qua e là diverse occupazioni a scopo abitativo. Alle quali la giunta comunale capitolina sembra ora intenzionata a dichiarare guerra, come mostra, oltre al caso dell’“Otto Marzo”, anche il recente sgombero del “Regina Elena”, l’edificio di proprietà dell’università (anch’esso abbandonato al degrado da diversi anni) in cui avevano trovato una sistemazione circa 300 nuclei familiari.
Nelle ore successive al blitz della Magliana, il sindaco Gianni Alemanno ha fatto riferimento, commentando l’operazione, all’esistenza di un “vero e proprio racket delle occupazioni”, del quale sarebbero vittime “persone costrette a pagare un affitto e a partecipare a manifestazioni” e altre addirittura “aggredite e malmenate perché non pagavano questi veri e propri pizzi che venivano richiesti”. Una tesi, quella sottoscritta dal primo cittadino capitolino, che secondo il presidente della Commissione Sicurezza del Comune, il nazional alleato Fabrizio Santori, sarebbe oggi al vaglio della Procura. Santori, del resto, già nei giorni scorsi aveva avuto modo di lanciare i suoi strali contro il blog del comitato d’occupazione dell’ “Otto Marzo”, definendolo “un canale d’informazione deviato”.
In effetti, la libertà d’informazione sembra essere l’altro nodo della questione esplosa stamane a Magliana. “Ma nun c’avete ‘na famija pure voi?”, gridava un occupante a un carabiniere prima che salisse la tensione. “Io sono come un muratore”, rispondeva l’altro “se il costruttore mi dice che devo fare una casa a forma di piramide, io la faccio”. Mai paragone fu più calzante: è infatti Il Messaggero, quotidiano del costruttore Caltagirone, ad aver dato risonanza negli ultimi giorni alla campagna dei “si dice” e dei “pare che” contro l’occupazione. Senza che il suo giornalista Davide Desario sia mai venuto a fare un’inchiesta nell’occupazione di questo quartiere già preda decenni addietro del famigerato sacco di Roma. Gli unici giornalisti main stream a essere venuti nell’ex scuola a fare domande e riprese erano stati quelli di Report, (Il Male Comune, puntata del 31 maggio 2009). Gabanelli aveva così spiegato cos’era l’ “Otto Marzo” per le famiglie di Magliana, inserendo quest’occupazione nella più generale situazione abitativa e urbanistica romana (questa sì, veramente preoccupante).
Quest’autunno la trasmissione di Rai Tre sembra abbia qualche problema a ripartire. Oggi, a mezzogiorno il comitato d’occupazione aveva indetto una conferenza stampa per prendersi il diritto di replica alla campagna de Il Messaggero. Qualche muratore ha però costruito una piramide di troppo che ha costretto gli occupanti a ridiscutere la loro agenda.
Link articolo: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-avrai-altro-mattone-allinfuori-di-caltagirone/
(15 settembre 2009)