LIBERTA’ TOTALE PER I COMPAGNI E LA COMPAGNA DI MAGLIANA! LIBERTA’ PER CHI LOTTA!

 
Ormai
da due mesi quattro compagni e una compagna di Magliana sono stati
arrestati con accuse false e infamanti e tuttora restano, per loro,
forme di custodia cautelare restrittive della libertà personale.
La
vicenda della 8 Marzo Occupata, che il 14 settembre scorso ha visto
il momento più eclatante dell’arroganza e del sopruso di giudici,
carabinieri e politici fascisti, non si è ancora chiusa.
 

Questa
storia cade non a caso in un momento in cui, per chi in Italia
pratica percorsi organizzativi delle lotte sociali, il clima è
divenuto pesante. Ne
sono un esempio i processi sugli eventi del G8 di Genova del 2001 che
hanno visto pesanti condanne ai manifestanti e assoluzioni per chi ha
gestito una repressione feroce. Come anche i casi che vedono compagni
e compagne arrestati/e o colpiti/e da provvedimenti amministrativi
fascisti della Questura, come il famigerato articolo 1, secondo il
quale si può essere considerati sorvegliati speciali e dunque essere
costretti a limitazioni assurde come l’obbligo di dimora nella
stessa casa dalle 21 alle 7 o l’impossibilità di accompagnarsi con
più di tre persone contemporaneamente. Infine, come non citare il
gravissimo episodio di violenza padronale consumato all’Agile –ex
Eutelia- azienda, condotta al fallimento, dove quasi 2000
lavoratrici/ori dopo essere stati messi in mobilità sono stati anche
aggrediti da una squadraccia prezzolata guidata dall’ex
amministratore Landi durante un presidio nel loro posto di lavoro. Avvenimenti
molto diversi tra loro ma che hanno in comune la repressione di forme
di lotta sociale.

La
crisi economica, al di la delle dichiarazioni dell’establishment,
sta producendo un numero enorme di licenziamenti e cassaintegrati il
che, unito ai continui tagli ai servizi (scuola, università,
sanità), sta creando un impoverimento di vasti settori della
popolazione italiana. In questa situazione sono già emerse, durante
l’estate e l’autunno forme di resistenza e conflittualità
sociale. Ovviamente questo di per se non compromette la pace sociale
necessaria a far uscire i padroni indenni dalla crisi, ma ha una
potenzialità che in qualche modo disturba e preoccupa. In questo
senso ci spieghiamo anche diversi provvedimenti legislativi assunti
dal centrodestra in questi ultimi tempi: dalle limitazioni al diritto
di sciopero, al tentativo di limitare le manifestazioni a Roma, fino
al pacchetto sicurezza.

In
questa situazione il movimento di lotta per la casa, a Roma, pur nei
limiti e nelle difficoltà, riesce ancora a prendere l’iniziativa.
Questo fa sì che un etereo spettro di organizzazioni delle lotte
sociali si aggiri per l’urbe e dunque tanto basta affinché la
giunta Alemanno gli dichiari guerra. Dichiarazione avvenuta il primo
settembre con lo sgombero dell’ex Regina Elena, seguito poi dallo
sgombero di Via Salaria e dal tentato sgombero della 8 Marzo durante
il quale sono stati tratti in arresto Francesca, Giobbo, Simone,
Sandro e Sandrone.

Certo
è una guerra condotta facendo due passi avanti e uno indietro ma
indubbiamente non amano pensare che Roma sia una delle ultime città
d’Europa dove ancora vengono occupati stabili abbandonati. Di per
se questo non è sufficiente a muovere una guerra nel nome della
legalità; evidentemente la spinta propulsiva a questa offensiva la
fornisce chi ha degli interessi concreti, materiali ed immediati
legati agli stabili occupati e alle zone circostanti. Nel caso
dell’ex Regina Elena ciò è evidente dalle dichiarazioni del
Rettore e dallo stato avanzato dei progetti (nonostante lo stop della
sovrintendenza ai beni culturali). Nel caso dell’ex scuola 8 marzo
queste motivazioni sembrano, se non meno chiare, almeno meno urgenti.
Quello che è noto è che da poco è stato rinominato lo staff
dirigenziale dell’ex Sviluppo Italia che ha sempre avuto interessi
speculativi sull’immobile di via dell’Impruneta 51. Tra i nuovi
dirigenti risulta esserci nientemeno che Caltagirone. Il loro
progetto, ancora in una fase iniziale, è di demolire lo stabile e di
costruire al suo posto e sul giardino antistante un enorme parcheggio
giustificato dal nuovo collegamento, in via di discussione, di una
funivia che colleghi le due sponde del Tevere. Questo progetto uscito
fuori dal cilindro di Veltroni già più di due anni fa (e allora
aspramente criticato da Alemanno e dalla destra) ha riscosso e
riscuote tuttora i consensi del Partito Democratico
ed ora sembra
essere rilanciato in sordina dal centrodestra romano. Del resto la
torta è abbastanza grande da poter garantire una fetta a tutti.
Sembra chiaro che in un periodo di crisi in cui il mercato
immobiliare subisce una (leggera) flessione, i signori del mattone
devono cercare altri investimenti per far tornare i conti dei loro
profitti e quale occasione migliore se non quella di una speculazione
su un bene pubblico come una ex scuola del Comune? O come quella
sulla ex Fiera di Roma? O come il nuovo stadio della A.S. Roma con
annessi palazzi residenziali e centro commerciale da costruire su
terreni a destinazione agricola ancora una volta in deroga al già
vergognoso Piano Regolatore? E’ chiaro che quelle forze politiche
che sono al governo della città e quelle che sperano di tornarci
fanno a gara per cercare il consenso dei palazzinari, veri padroni di
Roma. In tutto questo si muovono le faide interne allo schieramento
di centro destra per far acquisire consenso e porzioni aggiuntive di
potere all’una o all’altra cordata. Faide che producono episodi
oscuri come quello legato ai ricatti all’ex governatore della
Regione Lazio Marrazzo, episodio dietro il quale guarda caso c’è
il Generale dell’arma dei Carabinieri Vittorio Tomasone, lo stesso
che ha guidato il tentativo di sgombero e gli arresti del 14
settembre scorso a Magliana. Questi
sono, a nostro avviso, alcuni degli elementi che concorrono a far
luce sul perché alcuni compagni e una compagna accusati di niente
vengono privati della loro libertà per mesi.

A
questo punto
forse,
come compagni e compagne, cominciamo a non sentirci più tanto
innocenti. Forse una parte di responsabilità ce l’abbiamo,
riconoscibile quanto meno nella volontà di

portare avanti nel concreto non solo un’opposizione strenua e
costante nei confronti di questo modello di città, ma anche nella
costruzione di un’alternativa fatta di solidarietà,
autorganizzazione, riappropriazione e redistribuzione. Gli
interessi padronali sono ben difesi da uno schieramento classista
compattato che coinvolge oltre ai padroni, politici, forze
dell’ordine, magistrati e giornalisti. Sta a noi contrapporre, a
questi, altri interessi basati su valori diversi da quelli del
profitto, della sopraffazione e dell’egoismo sociale. Sta a noi
costruire l’opposizione a licenziamenti, sfratti e arresti ai danni
di chi non vuole cedere!

DIFFONDIAMO
LE LOTTE SOCIALI!
DIFENDIAMO CHI LE PRATICA!

MERCOLEDI
18 NOVEMBRE ORE 9.00 PRESIDIO SOTTO IL TRIBUNALE
a
Piazzale Clodio in occasione dell’udienza del Tribunale del Riesame
per Michele, uno dei compagni della 8 Marzo Occupata ancora
sottoposto a misure cautelari

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