LA LOTTA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE SOTTO PROCESSO!

DIFENDIAMO IL DIRITTO A BATTERCI E AD ORGANIZZARCI PER CONDIZIONI DI VITA DEGNE

Il 15 giugno 2007 alcune decine di nuclei familiari di senza casa, provenienti da luoghi ed esperienze diverse, occupano uno stabile abbandonato da vent’anni a Magliana quartiere da sempre attraversato da lotte per la casa e per condizioni di vita dignitose.
Il 14 settembre 2009 dopo mesi di indagini svolte dai Carabinieri con metodi al limite della legalità, e su pressione di elementi del PDL, i magistrati emanano sei mandati di arresto a danni di una compagna e alcuni compagni.
Gli arresti vengono effettuati con enorme dispiegamento di agenti e mezzi, guidato dal generale dell’Arma dei Carabinieri Vittorio Tomasone in persona.
Fino a 17 giorni di carcere, più tre mesi di arresti domiciliari, più altri mesi di obbligo di firma la prima conseguenza di questo sciagurato impianto repressivo.
Oggi a distanza di quasi un anno dagli arresti, arriva la notizia della chiusura delle indagini con la relativa richiesta di rinvio a giudizio. Nonostante il tribunale del riesame e lo stesso GIP avessero valutato privi di fondamento i capi di imputazione più gravi, oggi il P.M. Santina Lionetti, ripropone l’intero infamante impianto accusatorio: associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e al furto, detenzioni di armi da guerra, più un’altra lunghissima (38 in tutto!) sequenza di reati che vanno dalle violenze private all’invasione di edificio pubblico.

Altro risultato del teorema repressivo è stato quello di costringere i/le compagni/e ad allontanarsi dall’occupazione. Ciò ha permesso che all’interno dello stabile di via dell’Impruneta 51 si instaurasse la legge del più forte, con l’avallo dei collaboratori dei Carabinieri presenti nello stabile. Risse e accoltellamenti sono all’ordine del giorno in quel luogo e, come spesso accade, la violenza più grave l’ha subita una donna.

Evidentemente questo è quello che volevano i magistrati dato che la loro inchiesta descrive come un crimine il darsi delle regole condivise, che altro non erano se non un patto pubblico fra persone in lotta per un esistenza migliore.

Ed è proprio questo il punto: oggi si sta aprendo un processo contro le occupazioni, contro il movimento di lotta per il diritto all’abitare, ma non solo. La distorsione della realtà a scopi repressivi è diventata un’abitudine: una manifestazione in un supermercato diventa una rapina, uno sciopero in fabbrica diventa un sabotaggio, un’occupazione abitativa diventa un racket di estorsori. Vogliono additare come criminali coloro i quali si organizzano in massa e alla luce del sole per lottare per un’esistenza dignitosa che necessariamente passa anche per avere un tetto sopra la testa.

In un momento in cui:

  • la crisi economica sta producendo un impoverimento di un numero sempre più ampio di persone.
  • i padroni pur di continuare a guadagnare sempre di più impongono condizioni lavorative sempre peggiori (vedi FIAT a Pomigliano d’Arco).
  • il governo più corrotto della storia d’Italia continua a rimanere in piedi.
  • la giunta comunale di Alemanno continua a servire gli interessi di speculatori e palazzinari, aggravando giorno dopo giorno l’emergenza abitativa e costringendoci a vivere soffocati/e dal traffico e dal cemento.

E’ necessario più che mai contrastare i teoremi repressivi contro il movimento di lotta per il diritto all’abitare!

E’ necessario più che mai organizzarsi e lottare!

Sabato 25 settembre 2010, ad un anno dall’arresto dei compagni e della compagna del CSOA,
ore 18.00 – assemblea pubblica presso il Centro Sociale Macchia Rossa
ore 20.30 – cena sociale per le spese legali

C.S.O.A. MACCHIA ROSSA –MAGLIANA

Via Pieve Fosciana 56/82/88 – www.inventati.org/macchiarossa

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8 SETTEMBRE 1974- 8 SETTEMBRE 2010: FABRIZIO CERUSO VIVE ! LA LOTTA PER LA CASA CONTINUA !

L’8 settembre del 1974  viene assassinato dalla polizia a Roma, durante la difesa dagli sgomeri delle case occupate del quartiere San Basilio, Fabrizio Ceruso, 19 anni, militante del Comitato Proletario di Tivoli, organismo dell’Autonomia Operaia Organizzata
La lotta per il diritto alla casa era molto forte a Roma quando, il 5 settembre, nella borgata di San Basilio, all’estrema periferia est della capitale, la polizia interviene con un ingente schieramento, iniziando a sgomberare le quasi 150 famiglie che da circa un anno occupavano le case.
L’incontro fra la decisa opposizione proletaria agli sfratti e la volontà dei militanti della sinistra rivoluzionaria di difendere una delle più estese occupazioni in atto nella città, portò a organizzare una dura resistenza, che sfociò in vere e proprie battaglie di strada.
Fin dalle prime ore del mattino di venerdì 6 settembre furono erette barricate agli ingressi del quartiere con pneumatici, vecchi mobili e oggetti di tutti i tipi. La polizia, accolta da sassi, bottiglie incendiarie, bulloni lanciati con le fionde, spara centinaia di lacrimogeni, ma nel pomeriggio è costretta a sospendere gli sfratti. Sabato, mentre gli occupanti ripresero tutti gli appartamenti, e una loro delegazione si recò in pretura, furono di nuovo tentati gli sgomberi.
Questa volta a resistere ci sono centinaia di manifestanti affluiti da tutta la città, tra i quali numerosi operai dei consigli di fabbrica. La giornata trascorse in un susseguirsi di “finte tregue”, accordate dalla polizia, per dare spazio a quella che si dimostrerà una trattativa-truffa, con l’unico scopo di prendere tempo e fiaccare il forte schieramento proletario. La delegazione rientrò a San Basilio con un accordo di sospensione degli sfratti fino al lunedì mattina. Nonostante ciò, domenica 8 Settembre i poliziotti entrarono di nuovo nelle case occupate intimidendo le famiglie e abbandonandosi ad atti di vandalismo. Ripresero così gli scontri. L’assemblea popolare nella piazza centrale della borgata, organizzata per le 18 dal Comitato di Lotta per la casa di San Basilio, fu caricata con lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo. Nella battaglia che segue, mentre un plotone di polizia è costretto a ritirarsi, da un altro vengono sparati numerosi colpi di arma da fuoco: uno di essi colpirà Fabrizio che, caricato su un taxi, giungerà senza vita in ospedale.
Alla notizia della morte di Fabrizio tutto il quartiere scende finalmente in piazza. La rabbia esplode in modo violento. I pali dei lampioni vengono divelti e le strade rimangono al buio. Questa volta è la polizia ad essere presa di mira da colpi di arma da fuoco sparati in strada e dalle case. Otto poliziotti, tra i quali un capitano, rimangono feriti, alcuni in modo grave. Brevi scontri isolati si accendono fino a tarda notte. il giorno seguente avranno inizio le trattative per le assegnazioni di alloggi alle famiglie d San Basilio e agli occupanti di Casalbruciato e Bagni di Tivoli.
Nessun poliziotto verrà mai condannato per l’omicidio di Fabrizio.
Sono passati 36 anni da quel maledetto giorno, ma noi ci ostiniamo a continuare la lotta per la casa a Magliana e in tutta la città, contro palazzinari, banche, politicanti e forze del disordine
Nel nome di Fabrizio Ceruso, militante autonomo assassinato dalla polizia a 19 anni.

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E CONTROINFORMAZIONE  “MACCHIA ROSSA”
CENTRO SOCIALE OCCUPATO AUTOGESTITO  “MACCHIA ROSSA” MAGLIANA
Via Pieve Fosciana, 56/82/88

www.inventati.org/macchiarossa

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I nostri diritti su una nuvola – Assemblea Cittadina Lunedi 19 aprile

A Roma Diritti e Partecipazione…

Si sono persi in una Nuvola!

Ancora una volta spetta ai movimenti ed ai comitati cittadini riportare
le “archistar” e soprattutto le “istituzioni” di questa città con i
piedi per terra. A due anni dal suo insediamento, il sindaco di Roma
Alemanno guida una città immobile dove deportazioni di Rom e sgomberi,
senza soluzioni, diventano drammatici spot da sbattere in prima pagina
per coprire il vuoto di idee e capacità concrete di operare; dove
ancora una volta, alla faccia delle grandi promesse elettorali e della
discontinuità annunciata sui temi urbanistici e sociali, sono i soliti
grandi e noti poteri romani a farla da padroni, ad imporre tempi e
contenuti dell’agenda politica.
Il “MAXXI” convegno che si è tenuto l’8 e il 9 aprile scorsi
all’Auditorium e l’intera operazione, che si concluderà il 18 e 19
Maggio prossimi con gli Stati Generali di Roma, non rappresentano altro
che una gigantesca copertura mediatica: gli interessi economici forti –
costruttori in testa – premono per riscuotere i loro “tickets
elettorali”, per suonare la sirena di un nuovo assalto alle risorse
della nostra città.  Progetti come la realizzazione di alloggi di lusso
nelle Torri dell’EUR , se non verranno fermati, rappresentano soltanto
l’antipasto di una nuova corsa all’oro: dalla privatizzazione di Acea,
alla s/vendita delle caserme e delle aree demaniali sino alla corsa
all’oro dell’Agro romano. I problemi gravi della crisi abitativa così
come quelli dell’ambiente, della mobilità,  dei rifiuti, dell’acqua ed
in generale dei servizi e della qualità della vita, non possono essere
mascherati dietro ad operazioni mediatiche o invenzioni pirotecniche.
 I cittadini romani conoscono oramai bene lo spettacolo che sta andando
di nuovo in scena e lo respingono con forza, coscienza, determinazione.
Non c’è più spazio per coprire dietro vetrine (fra l’altro pagate a
peso d’oro), i reali problemi della città. Non si può pensare di
disegnare il futuro urbanistico di Roma senza la partecipazione reale
dei cittadini, piegando ancora una volta gli interessi di tutti a
quelli di pochi: industria del mattone e professionisti della rendita
in testa.  L’occupazione del cantiere della famosa Nuvola di Fuksas
avvenuta Venerdì scorso, i numerosi appelli e iniziative di
contestazione nate spontaneamente contro la vetrina voluta da Alemanno,
hanno di fatto gettato il guanto della sfida gli stati generali di Roma
così come concepiti proposti dal “primo cittadino” di Roma. Una sfida
in realtà già lanciata da tempo attraverso l’incontro nella conferenza
cittadina dal basso dei movimenti per la difesa dei beni comuni e per
il diritto all’abitare, di liberi urbanisti, associazioni ambientaliste
e comitati di cittadini. Un filo rosso da coltivare per realizzare dal
basso un’altra idea di città, intrecciando percorsi e conflitti,
radicando le nostre battaglie sui territori per realizzare percorsi di
alternativa reale ai modelli dominanti. Le uniche “grandi opere” che
attendiamo con ansia sono metropolitane e piste ciclabili, asili e
servizi pubblici ed accessibili a tutti  (migranti e precari inclusi),
spazi culturali e case popolari da ottenere attraverso il recupero ed
il riuso dell’esistente.



ASSEMBLEA CITTADINA

Lunedi 19 Aprile 2010 ore 17:30

al Volturno Occupato

 

Movimenti per il Diritto all’Abitare
Rete del Mutuo Soccorso

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Concerto di solidarietà!

Invitiamo tutti e tutte a partecipare al concerto che si terrà il prossimo sabato in sostegno ai compagni e alla compagna sotto processo.
 

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Ancora sui tetti

Ieri, sabato 27 febbraio, alle 13.30 in due punti diversi, le famiglie sgomberate dalla ex scuola Tommaso Grossi, hanno occupato il primo anello del Colosseo. Circa dieci persone hanno aperto due striscioni con su scritto: “1 casa una vita” e “mentre il Piano Casa… va piano le nostre vite scorrono veloci”.

Dopo la manifestazione di giovedì in Campidoglio, in occasione dell’apertura del dibattito sul “piano casa” comunale e le mancate risposte alle richieste dei movimenti per il diritto all’abitare, l’iniziativa di oggi intende rilanciare la necessità di un incontro con il sindaco prima del voto in aula lunedì prossimo.

Gli occupanti del Colosseo e quelli sulla cupola di Madonna di Loreto chiedono ai movimenti di non mollare ed è per questo che oltre a sostenere le iniziative di questi giorni, rilanciamo l’appuntamento per lunedì 1 marzo alle ore 15:00 sulla piazza del Campidoglio.

Movimenti per il diritto all’abitare

 
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Roma, sgombero militare dell’occupazione a Centocelle: cento famiglie in strada, rifugiati da Rosarno compresi…

Dopo le violente ed ingiustificate cariche della polizia avvenute la settimana scorsa sotto la Prefettura, oggi è avvenuto lo sgombero dell’ex scuola Tommaso Grossi di via degli Eucalipti a Centocelle. Nel frattempo l’Assessore del Comune di Roma Antoniozzi rilasciava dichiarazioni vergognose contro coloro che vivono in emergenza abitativa nelle occupazioni e chiedeva la cementificazione finale dell’agro romano. BASTA!  SOLIDARIETA’ CON LE FAMIGLIE IN LOTTA! ALEMANNO VATTENE!

 
Ieri all’idroscalo di Ostia oggi a Centocelle. Le politiche abitative diventano ordine pubblico.

Questa mattina intorno alle 10.30 ingenti forze di polizia, carabinieri, finanza e vigili urbani, hanno sgomberato i nuclei familiari che presidiavano da venerdì scorso l’ex scuola Tommaso Grossi in via degli Eucalipti nel VII municipio.

Il primo gruppo di carabinieri ha fatto irruzione sfondando il cancello di entrata, per poi spintonare le persone che hanno provato a resistere pacificamente allo sgombero. Una delle donne che presidiano da venerdì la struttura è stata immobilizzata e minacciata di arresto e solo l’intervento degli altri occupanti ha impedito che questo avvenisse.

Più di dieci persone hanno raggiunto il tetto dell’edificio per proseguire il presidio a oltranza. Più di cinquanta agenti sono saliti e hanno portato coloro che provavano a resistere fuori dalla scuola, provando a dividere i migranti dagli italiani. Questa operazione non è riuscita per l’opposizione di tutti i presenti.

In un clima di continue provocazioni anche la stampa e i fotografi sono stati insultati dalle forze dell’ordine

Questo avviene alla vigilia del dibattito in consiglio comunale è ha l’obiettivo di avvelenare l’aria e disegnare le prove generali per un piano casa che non fornisce risposte adeguate all’emergenza abitativa di questa città. Attaccare in questo modo, dopo le cariche sotto la prefettura, i movimenti per il diritto all’abitare aumenta la tensione in maniera irresponsabile. Questo avviene perché la politica sta abdicando al suo ruolo consegnando le conseguenze della crisi e i conflitti inevitabili al prefetto e al questore di Roma.

MANIFESTAZIONE: giovedi 25 febbraio ore 14:30 Piazza Venezia (Madonna di Loreto)

Roma 24 febbraio 2010

Movimenti per il diritto all’abitare.

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Comunicato sullo stupro avvenuto nella ex-scuola “8 marzo”

Comunicato sullo stupro avvenuto nella ex-scuola “8 marzo”

Alcuni giorni fa all’interno della scuola occupata “8 marzo” tre uomini occupanti hanno agito violenza contro una donna ospite, anche lei, dell’occupazione. La donna ha denunciato gli stupratori.

Noi ci schieriamo a fianco di questa donna a cui riconosciamo il coraggio della denuncia ed esprimiamo a lei tutta la nostra solidarietà.

Purtroppo la nostra esperienza politica e sociale ci ha insegnato che la sopraffazione degli uomini sulle donne avviene anche in quegli ambienti che dovrebbero essere liberi, come gli spazi di movimento, e che tali violenze non cesseranno mai di esistere se non vengono costantemente messi in discussione i rapporti di potere tra i generi e contemporaneamente e fermamente condannati gli atteggiamenti e i comportamenti sessisti che troppo spesso vengono assunti come “normali” in una società patriarcale e uomo-centrica e passano pertanto in secondo piano.

Abbiamo invece appreso, con rabbia e rammarico, che la donna non ha ricevuto alcun tipo di solidarietà da parte degli altri occupanti. Anzi è stata letteralmente cacciata fuori dalla 8 marzo dopo essere stata picchiata! Inoltre non solo gli occupanti, continuano a convivere tranquillamente con gli uomini violenti, ma, a quanto ci viene riferito, iniziano a girare voci che denigrano la donna per il suo stile di vita e per i suoi comportamenti: un copione che da sempre accompagna gli episodi di violenza contro le donne quando queste denunciano pubblicamente la violenza subita.

Tra le persone accusate di violenza c’è Sandro Capuani, un occupante che, pur non avendo mai fatto parte del CSOA Macchia Rossa, è stato coinvolto nel procedimento giudiziario contro alcuni militanti e una militante del centro sociale e della 8 marzo occupata.

Esprimiamo la nostra netta condanna nei confronti di tale soggetto a cui, da ora in avanti, neghiamo ogni forma di sostegno politico, legale ed umano.

A questo punto ci aspettiamo ogni sorta di strumentalizzazione da parte dei carabinieri della stazione di villa Bonelli e dai cosiddetti giornalisti loro sodali, vista la fervida fantasia di cui hanno saputo dare prova. Questo non toglie nulla alla drammaticità dei fatti.

Nell’ottobre del 2007 c’era stata un’altra grave aggressione ai danni di una occupante della “8 marzo” da parte del suo compagno. Allora, però, il comportamento degli/delle occupanti era stato ben diverso: l’aggressore era stato messo in fuga ed il massimo sostegno era stato fornito alla donna, arrivando anche a testimoniare in tribunale sull’avvenuta aggressione.

Dal 14 settembre 2009, data del ben noto arresto di alcuni compagni e di una compagna, le cose sono cambiate. Hanno tentato di farci credere che in un’occupazione dove ci sia un’assemblea che si dà delle regole finalizzate ad una convivenza civile ed al contrasto di comportamenti violenti, in particolare contro le donne, è da considerarsi un crimine. Un crimine da punire con la galera. O almeno questo, secondo il teorema accusatorio costruito da magistratura e carabinieri, è quello che vogliono farci credere.

Nei mesi successivi a quella data la situazione all’interno della “8 marzo” non ha fatto che peggiorare: dietro l’esplicita minaccia della repressione, i meccanismi di autogestione hanno smesso di funzionare, compagni e compagne sono stati progressivamente allontanati/e dall’occupazione, che si è di fatto auto-isolata dal contesto cittadino della lotta per la casa. A parte alcuni che hanno tentato di evitarlo, la maggioranza deglidelle occupanti, sempre dietro la minaccia dei carabinieri, ha di fatto abbandonato la strada dell’autorganizzazione, accettando la convivenza con informatori e spie, tralasciando la lotta e negando nei fatti la solidarietà ai compagni e alla compagna inquisiti.

Per tutti questi motivi, purtroppo, ad oggi i compagni e le compagne del CSOA Macchia Rossa non hanno nulla a che fare con la gestione dell’occupazione “8 marzo” e dichiarano pubblicamente e politicamente la loro estraneità a quello che accade in un’occupazione gestita dai carabinieri e priva delle fondamenta dell’autorganizzazione sociale, della lotta e della solidarietà.

CSOA Macchia Rossa – Magliana
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Contro la crisi, sotto la prefettura!

 

 
Il 10 febbraio 2010 in Prefettura si affronterà il tema del lavoro. Lo faranno gli enti locali, il governo e parti sociali individuate per l’occasione. Come dire: un tavolo non si nega a nessuno. Ne sono stati fatti sull’emergenza abitativa, sull’immigrazione, sulla sicurezza e ora anche sul lavoro. In questo quadro il sindaco ha sparato le sue cifre: 100mila posti di lavoro, ripetendo un proclama che suonava pressappoco così alla vigilia della sua elezione, 40mila casa popolari. Nello stesso tempo Alemanno non ha detto una parola in difesa dei lavoratori delle aziende in crisi.
Le parole non si sono tramutate in fatti e temiamo che anche sul tema lavoro si andrà nella stessa direzione. Demagogia tanta concretezza zero.
Non sappiamo cosa diranno le parti sociali che siederanno al tavolo e per questo abbiamo deciso di mobilitarci e invitiamo tutta la città che soffre la crisi a farlo.
Alle 15 di mercoledì 10 febbraio saremo in piazza SS Apostoli con gli inquilini resistenti, con i precari, con i disoccupati, con i cassaintegrati, con gli sfrattati, con chi non arriva a fine mese, con chi non ha un reddito, con i lavoratori in lotta dell’Eutelia e di altre decine di aziende che minacciano licenziamenti.
Roma contro la crisi e dentro la crisi deve diventare visibile e rompere con l’idea di città che ci vogliono propinare, dove la strada maestra immaginata dalla rendita ci condanna all’emergenza permanente e alla cementificazione selvaggia, dove l’unica prospettiva di lavoro è legata ad un pacchetto edilizio e ad eventuali possibilità occupazionali legate ad esso. In una città che sta subendo un aumento esponenziale della cassa integrazione ordinaria e straordinaria oltre che della disoccupazione non abbiamo bisogno di proclami elettorali in vista delle prossime regionali.
Non ci stiamo! Invitiamo tutti e tutte a mobilitarci per sostenere le proposte dei movimenti e delle reti sociali in lotta. Insieme con i migranti impegnati con i cittadini e le cittadine italiani/e in una battaglia senza precedenti contro il razzismo e la xenofobia, rivendicando diritti primari continuamente negati.
Se la città è di chi la abita, è arrivato il momento che questa voce inascoltata prevalga su quella dei costruttori, delle banche, degli speculatori come Bonifaci, Caltagirone, Santarelli, Toti, Mezzaroma. Gli amministratori devono segnare un significativo cambio di passo nella tutela della città come “bene comune” e nella difesa della qualità della vita nella sua interezza.
Saremo in piazza per rivendicare un reale piano anticrisi che passi attraverso la difesa, qui ed ora, dei posti di lavoro; la realizzazione di un piano straordinario di case popolari; un finanziamento adeguato alla legge regionale per il reddito che permetta di coprire le 120mila domande depositate e garantire a tutti i disoccupati e precari oltre all’erogazione monetaria anche il reddito indiretto (casa, trasporti, tariffe e formazione) previsti dalla legge.
Saremo in piazza con i migranti deportati e costretti alla fuga da Rosarno, abbandonati dalle istituzioni per le strade di Roma, per chiedere la realizzazione di un piano straordinario di accoglienza.
La mobilitazione del 10 febbraio deve diventare il punto di partenza verso una mobilitazione nazionale, che imponga al Governo misure economiche e di welfare mirate su chi paga la crisi e non più a sostegno delle banche e delle imprese.

Mercoledì 10 febbraio 2010
Dalle ore 15.00
Piazza SS Apostoli sotto la Prefettura

 
 
 
ADESIONI: Rete Romana Contro la Crisi, Lavoratori Eutelia, Lavoratori Italtel, Movimenti per il diritto all’abitare, cassintegrati alitalia, autoconvocati Sirti, lavoratori telecom, Coordinamento Precari Scuola, Comitati per il Reddito

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L’INPS SFRATTA! DIFENDIAMOCI! PARTECIPA AL COMITATO!

Nonostante le dichiarazioni dell’INPS che a dicembre sarebbero arrivate le lettere per l’acquisto agli inquilini regolari queste non sono arrivate. Così anche i contratti d’affitto scaduti da anni non sono stati rinnovati e i palazzi sono sostanzialmente privi di una manutenzione efficace (a parte qualche verniciata qua e la). In tutto questo a chi è rientrato nella vecchia sanatoria vengono chiesti decine di migliaia di euro per poter avere il contratto regolarizzato mentre per tutti coloro che  risultano inquilini senza titolo vanno avanti le cause in tribunale e le procedure di sfratto e di sgombero.

Mercoledì mattina due nuclei familiari che vivono a Magliana da anni riceveranno la visita dell’Ufficiale Giudiziario che si presenterà nel tentativo di effettuare lo sgombero dei due appartamenti. IMPEDIAMOLO!



Non facciamoci trovare impreparati! Costruiamo la lotta per respingere in tentativi di sfratto, per una nuova sanatoria e per garantire i diritti di tutti gli/le inquilini/e!
 
MERCOLEDI 27 GENNAIO ORE 8:00
PICCHETTI ANTISFRATTO
VIA PIEVE FOSCIANA, VIA PESCAGLIA

ORGANIZZIAMOCI PER RISPONDERE TUTTI INSIEME:
DA OGGI IN POI OGNI SFRATTO SARA’ LO SFRATTO DI TUTTI
OGNI CAUSA LA CAUSA DI TUTTI.
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I senza casa aumentano: Alemanno vattene!

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