Aggiornamenti arresti: Sandro e’ libero adesso liber@ tutt@!!

Sandro e’ stato rilasciato perche’ il tribunale ha valutato che non sono piu’ necessarie le misure cautelari nei suoi confronti.

Adesso vogliamo rivedere in liberta’ tutt@!

Invitiamo ancora a partecipare

SABATO 26 SETTEMBRE ore 17.00 alla CATENA UMANA

presso il MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

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PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI CIVITAVECCHIA

Sono stati confermati gli arresti per i compagni dell’8 marzo, presi lunedì scorso.
Sono stati conformati sulla base di un’ interpretazione dei fatti poco chiara, che per nulla ha rispettato gli interrogatori effettuati dai compagni tra giovedì e venerdì.
Anzi è come se gli stessi, non fossero mai stati ascoltati.
E’ intervenuto invece, un ambizioso giro di pensieri da parte della Pm, teso a reggere ancora per un po’, un castello di bugie e di menzogne montato dalla stampa e dai politici, così ad esempio l’estorsione di denaro è valida perché tra noi non vi era un contabile che amministrasse i soldi, e, diviene determinante la stazza fisica non troppo robusta di Esais, l’eritreo la cui strumentalizzazione è servita a far partire tutto ciò, perchè le ha permesso di scagionarlo dagli atti di violenza commessi nei confronti degli occupanti. Un ambizioso giro di pensieri dunque tengono ancora in carcere i nostri compagni, un ambizioso giro di pensieri che non solo vuole processare la lotta di classe ma vuole anche renderla un atto criminale e peccaminoso nell’intento di far passare la volontà e la determinazione a combattere il giogo degli affitti, come qualcosa che invece puzza di truffa e ladrocinio.
E’ chiara anche la volontà politica di voler creare il caso, affinchè la paura che attacchi simili possano diventare di quotidiana
amministrazione per la Procura di questo paese, serva a bloccare nuove occupazioni sul nascere, o peggio ancora a indebolire quelle già esistenti.
Un attacco politico, un uso improprio della magistratura, una strumentalizzazione della stampa. Questa la vicenda 8 marzo, che sta privando della propria libertà 5 persone.
Le compagne e i compagni, la gente di Magliana, e tutte le persone che stanno vivendo con indignazione quanto accaduto, indicono per venerdì pomeriggio un presidio sotto il carcere di Civitavecchia, dove attualmente è reclusa Francesca.

Libere tutti, libere subito

APPUNTAMENTO VENERDI’ ORE 13 DAVANTI LA EX SCUOLA 8 MARZO Via
dell’Impruneta 54 (Venire muniti di macchina)

Oppure ORE 14:30 sotto il carcere di Civitavecchia
Casa di Reclusione di Civitavecchia
Sezione femminile
V. Aurelia KM 79600

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LE MAMME DELL’8 MARZO

I NOSTRI FIGLI NON HANNO NULLA DA NASCONDERE

LA STORIA DEGLI ARRESTI ALLA EX SCUOLA OTTO MARZO DI MAGLIANA

Il 14 settembre  alle quattro del mattino quasi duecento carabinieri, guidati dal generale Tomasone, mentre un elicottero sorvolava la zona, sono entrati nella ex scuola “Otto marzo”, nel quartiere della Magliana, occupata da due anni.
Con tale spiegamento di forze hanno tratto in arresto cinque degli occupanti.

L’edificio
La palazzina dell’ex scuola “otto marzo” è rimasta in stato di abbandono per oltre vent’anni.
Vi sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per adattarla a Commissariato di polizia, che però non vi si è mai trasferito; è stata poi affidata alla società Sviluppo Italia, ed ha continuato ad andare in rovina.
L’edificio era senza porte e finestre, nello spazio antistante cumuli di immondizia e erba alta; la polizia mortuaria è intervenuta più volte per raccogliere cadaveri di tossicodipendenti.

L’occupazione
Due anni fa una cinquantina di persone occupano l’edificio. Per un lungo periodo senza acqua e senza energia elettrica eliminano l’immondizia del cortile esterno, puliscono l’edificio e poi pian piano ridipingono pareti e scale, montano finestre e porte, costruiscono bagni, docce e cucina in comune.

Oggi
Nella ex scuola “otto marzo” abitano una sessantina di persone, italiani e stranieri. Tra di loro due persone gravemente ammalate, che vengono aiutate, famiglie con bambini (una è nata tre giorni fa), giovani con lavori precari. Si affiancano e si confrontano abitudini, culture, esperienze diverse. Quasi tutti lavorano, anche se a volte in modo precario.
Il prato antistante, con erba ben rasata e qualche fiore, è aperto al quartiere; in una parte i ragazzini della zona giocano a calcetto. Uno spazio è usato come “palestra”, gratuita e aperta a tutti, e come teatro, dove si svolge un laboratorio.
Gli occupanti hanno lottato per ottenere la residenza (era necessaria per iscrivere i bambini a scuola), hanno chiesto l’utenza della corrente elettrica (che non viene concessa), hanno presentato al Comune un progetto che prevede la trasformazione del piano terreno in locali di uso pubblico (palestra ecc.) e la riqualificazione dei piani superiori in abitazioni popolari per le persone senza casa.

Le imputazioni
Gli arrestati sono accusati di estorsione (avrebbero chiesto 150 euro al mese(!) a persona per abitare lì), violenza privata (avrebbero obbligato le persone ad andare a manifestazioni e a nominare un certo avvocato), lesioni, furto di rame e di energia elettrica, occupazione di stabile pubblico.

La verità
Venivano raccolti mensilmente 15 euro per le spese: materiali per la pulizia e per i lavori di ristrutturazione (hanno appena finito un nuovo bagno e una nuova doccia, sempre in comune).
Tutti gli abitanti hanno dichiarato per iscritto di non aver mai subito violenze o minacce di sorta, di non aver mai raccolto più di 15 euro, che non venivano versati da chi si trovava in difficoltà economiche o aveva perso il lavoro.

La montatura delle accuse
Due quotidiani romani da alcuni mesi hanno costruito una campagna diffamatoria nei confronti dell’occupazione dell’ “otto marzo” (utilizzando notizie fornite da chi stava indagando?).
Un signore, straniero, dedito all’alcol, era stato allontanato perché violento: minacciava e aggrediva, una volta anche con un coltello. Per vendetta, oltre a continuare a minacciare, di persona e telefonicamente, alcuni degli abitanti dell’ “otto marzo”,  questo signore ha fatto denunce presso i carabinieri, che le hanno prese per buone.
Sembra che sull’edificio della ex scuola “otto marzo” vi sia un progetto per costruire un parcheggio.

La detenzione e la convalida degli arresti
Lunedì scorso Francesca è stata portata a Rebibbia; Gabriele, Sandro e “Sandrone” a Regina Coeli.
Dopo quattro giorni si è svolto il loro interrogatorio. Ieri mattina l’avvocato Antonia Di Maggio ha saputo che il GIP Demma ha convalidato la custodia cautelare, per il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione dei reati. Francesca, la sera prima, era già stata trasferita nel carcere di Civitavecchia; ora sappiamo che verrà trasferita di nuovo, non sappiamo dove.
Per la scarcerazione è’ necessario attendere i tempi del ricorso al Tribunale del riesame.

Gli arrestati
Francesca lavora da anni, con contratti di collaborazione, in una cooperativa di servizi sociali; Gabriele fa il ricercatore (precario) all’Università, e lavora da più di cinque anni ad un progetto internazionale; Sandro lavora in una ditta di pulizie; Sandrone è ammalato e solo: è stato operato più volte di tumore all’intestino, l’ultima a luglio; sta male; doveva essere chiamato in questi giorni dall’ospedale San Camillo per un altro intervento, ma si trova nel reparto ospedaliero di Regina Coeli e il suo cellulare è stato sequestrato. Le persone dell’ “otto marzo” lo aiutavano; ora è difficile persino portargli il cambio dei vestiti o versargli del denaro per gli acquisti allo spaccio del carcere.
S., agli arresti domiciliari, è un giovane che si dà da fare con lavori precari.

22 SETTEMBRE 2009
Oggi è il loro nono giorno di carcere.

UN ALTRO INTERVENTO DI UNA "MAMMA DELL’8 MARZO" LO TROVATE SU: http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=12949

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LE CONDIZIONI DI SALUTE DI SANDRONE PEGGIORANO!!

EX 8 MARZO, PIZZO (SL): «PEGGIORA SITUAZIONE ATTIVISTI ARRESTATI»
OMR0000 4 POL TXT Omniroma-EX 8 MARZO, PIZZO (SL): «PEGGIORA SITUAZIONE ATTIVISTI ARRESTATI» (OMNIROMA) Roma, 22 set – «Questa mattina ho fatto visita, per la seconda volta, agli attivisti arrestati durante blitz dei carabinieri nella scuola occupata ‘8 Marzò e detenuti nel carcere di Regina Coeli». È quanto afferma in una nota la consigliera regionale di Sinistra e Libertà, Anna Pizzo. «Rispetto al precedente sopralluogo, la situazione è decisamente peggiorata: in primo luogo, perché i tre arrestati sono fisicamente e psicologicamente molto provati, non solo dalla detenzione, ma anche dalle accuse mosse a loro carico che ritengono infondate e incomprensibili – prosegue – Imputazioni discutibili per le quali si trovano in carcere da quasi un mese. In secondo luogo, rispetto alla visita precedente e contrariamente a quanto avviene di solito, questa volta ho dovuto aspettare circa un’ora prima di poter entrare nella struttura penitenziaria. Tale increscioso episodio, lascia francamente molti dubbi circa la volontà di distogliere l’attenzione delle istituzioni sul caso degli arresti alla scuola 8 Marzo». «Il caso più grave – continua la consigliera – resta tuttavia quella di Sandro C., uno dei quattro arrestati, recluso nel centro clinico del carcere di Regina Coeli benché gravemente malato. Una situazione a dir poco drammatica e urgente, che avevo già avuto premura di segnalare la volta precedente, ma che nessuno ha avuto la briga di prendere in carico. Sandro, infatti, è affetto da un tumore per il quale è in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo. Dall’ospedale dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non impossibile, la reperibilità. Le sue condizioni di salute sono palesemente incompatibili con il sistema penitenziario, ciò nonostante l’uomo resta in carcere». «Per questo motivo – annuncia la consigliera – verranno presentate a breve interrogazioni alla Camera, alla Regione Lazio, alla Provincia e al Comune di Roma e invierò personalmente una lettera al Ministro di Grazia e Giustizia, oltre che al responsabile della Sanità per il governo, per sollecitare una risposta da parte delle autorità sanitarie in merito all’incompatibilità delle condizioni del detenuto con il sistema carcerario». red 221535 set 09 

 

 

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Gli studenti dell’Onda con le occupazioni contro gli arresti

Arrivano l’adesione del Coordinamento dei Collettivi della Sapienza al comunicato e alle prossime iniziative e il Collettivo di Fisica della Sapienza diffonde il seguente appello:

Carissim*,
perdonerete l’OT ma vi prego di leggerlo.
Se volete firmare http://www.petizionionline.it/petizione/liberta-per-lex-8-marzo/42

Il 14 Settembre nello stabile occupato (l’ex-scuola 8 Marzo) di via dell’Impruneta alla Magliana, che ospita una quarantina di famiglie in emergenza abitativa, sono state arrestate cinque persone con l’accusa di associazione a delinquere ed estorsione.
 
L’impianto accusatorio è fondato sulla singola testimonianza di una persona allontanata dall’occupazione tempo fa per i suoi comportamenti violenti. Da mesi i carabinieri indagano su questa denuncia senza aver prodotto altre prove a carico delle persone arrestate, tutte incensurate e con regolare attività lavorativa. Ciò nonostante la giudice per le indagini preliminari il 21 Settembre ha convalidato l’arresto.
 
Uno degli arrestati, Gabriele Giovanetti, è un ricercatore in fisica, collaboratore dell’INFN, e lavora tra i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) di Catania e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma "Sapienza". Sappiamo per conoscenza diretta che lui e gli altri arrestati sono quanto di più lontano dal ritratto montato dalle accuse del Pubblico Ministero e dalla campagna mediatica dei quotidiani romani "Il Tempo" e "Il Messaggero". Ci chiediamo, soprattutto, come un’indagine costruita su presupposti così labili possa aver portato all’arresto, vista la mancanza di pericolo di fuga e d’ inquinamento di prove. 
 
Questo appello chiede la liberazione di Gabriele e degli/lle altri/e 4 occupanti, chiede che le accuse, assurde ed infamanti, vengano ritirate e pubblicamente smentite e chiede che si faccia piena chiarezza su quella che è una lotta per il diritto all’abitare e non può certo essere ricostruita come una questione di malavita.

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CENA SOCIALE A SOSTEGNO DEI COMPAGNI E DELLA COMPAGNA ARRESTATI

NIENTE DA NASCONDERE

LE NOSTRE LOTTE A TESTA ALTA

 

Lunedì 14 settembre, le forze dell’ordine si sono introdotte con la forza nell’edificio della ex-scuola "8 Marzo" occupata di Magliana.

I carabinieri diretti addirittura dal generale regionale Tommasone, hanno arrestato 4 compagni e una compagna con accuse gravi e infamanti, ma soprattutto false, montate da una campagna stampa diffamatoria portata avanti dai giornali dei palazzinari Caltagirone e Bonifaci.

Lunedì 21 il GIP ha confermato gli arresti.

A Roma si vive un’emergenza abitativa sempre più grave che lascia sempre più famiglie senza un tetto mentre centinaia di migliaia di alloggi sono tenuti sfitti per interessi speculativi.

I veri potenti di questa città sono i palazzinari padroni del piano regolatore e a quanto pare pure delle procure.

Vogliamo ribadire la legittimità dell’occupazione come forma di lotta che in questi anni ha garantito una casa a moltissime famiglie senza danneggiare nessuno.

L’arresto dei nostri compagni indica una volontà del governo di questa città di favorire i soliti palazzinari speculatori colpendo chi si oppone e lotta per i diritti di tutti.

Questi arresti però non riguardano solo i movimenti di lotta per la casa ma tutte le possibili esperienze di lotta nella città.

La campagna diffamatoria cerca di colpire tutti coloro che si mobilitano per migliorare le condizioni di vita (per la casa, per il reddito, per il lavoro, per l’ambiente ecc.) ad esempio, l’agenzia stampa Omniroma ha pubblicato, il 19/09, un falso articolo sul presunto arresto di spacciatori al centro sociale ExSnia (notizia risultata poi del tutto priva di fondamento).

Ci vogliono reprimere perché sono consapevoli che questa crisi aumenterà le lotte sociali contro i loro privilegi, non vogliono il conflitto perché vogliono imporci i loro interessi, ma noi non ci faremo fermare.

Chiediamo la liberazione immediata di Francesca, Gabriele, Sandro, Sandrone e Simone.

In particolare Sandrone è gravemente malato ma nonostante questo viene tenuto in carcere mettendo a rischio la sua salute.

CENA A SOTTOSCRIZIONE PER LE SPESE PROCESSUALI VENERDI 3 OTTOBRE ORE 20:30 PRESSO IL CSOA "EX-51" di Valle Aurelia

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Da MicroMega

Roma, Alemanno contro il diritto alla casa
Non avrai altro mattone all’infuori di Caltagirone

di Silvia Cristofori

14 settembre, lunedì. Per circa trenta bambini del quartiere Magliana, a Roma, il primo giorno di scuola si è svolto su un tetto, quello dello stabile che li ospita insieme alle loro famiglie da circa due anni. Tema dell’insolita lezione, il diritto all’abitare. Il metodo d’insegnamento seguito, invece, è lo stesso degli operai della Insse. All’alba, bambini e genitori sono stati infatti costretti a rifugiarsi sul tetto dell’edificio in cui vivono per difendersi dal tentativo di sgombero messo in opera dai Carabinieri. Un tentativo poi fallito, ma conclusosi comunque con l’arresto di cinque persone.

Alla Magliana, quel posto lo conoscono tutti. E’ l’“Otto Marzo”, un tempo scuola media di zona, poi trasformatasi in un casermone fatiscente e abbandonato. Un posto che per vent’anni è stato sinonimo di degrado, spaccio di droga e prostituzione, oltre ad essere oggetto costante di mire speculative (che quando c’è di mezzo il mattone, a Roma, non mancano mai). Poi, nel giugno del 2007, l’ex plesso scolastico è stato occupato da alcune famiglie, italiane e straniere, e da un gruppo di giovani lavoratori precari, tutta gente che un affitto a prezzi “romani” non riusciva proprio a permetterselo, neanche lavorando dieci ore al giorno.

Fino a qui, niente di strano. O meglio, niente di strano in una città che vive da anni una condizione di emergenza abitativa, dove gli appartamenti sfitti sfiorano le 200.000 unità. Una città paradossale: la popolazione non cresce da circa vent’anni ma si continua a costruire senza sosta, mentre il bisogno di casa ha fatto sorgere qua e là diverse occupazioni a scopo abitativo. Alle quali la giunta comunale capitolina sembra ora intenzionata a dichiarare guerra, come mostra, oltre al caso dell’“Otto Marzo”, anche il recente sgombero del “Regina Elena”, l’edificio di proprietà dell’università (anch’esso abbandonato al degrado da diversi anni) in cui avevano trovato una sistemazione circa 300 nuclei familiari.

Nelle ore successive al blitz della Magliana, il sindaco Gianni Alemanno ha fatto riferimento, commentando l’operazione, all’esistenza di un “vero e proprio racket delle occupazioni”, del quale sarebbero vittime “persone costrette a pagare un affitto e a partecipare a manifestazioni” e altre addirittura “aggredite e malmenate perché non pagavano questi veri e propri pizzi che venivano richiesti”. Una tesi, quella sottoscritta dal primo cittadino capitolino, che secondo il presidente della Commissione Sicurezza del Comune, il nazional alleato Fabrizio Santori, sarebbe oggi al vaglio della Procura. Santori, del resto, già nei giorni scorsi aveva avuto modo di lanciare i suoi strali contro il blog del comitato d’occupazione dell’ “Otto Marzo”, definendolo “un canale d’informazione deviato”.

In effetti, la libertà d’informazione sembra essere l’altro nodo della questione esplosa stamane a Magliana. “Ma nun c’avete ‘na famija pure voi?”, gridava un occupante a un carabiniere prima che salisse la tensione. “Io sono come un muratore”, rispondeva l’altro “se il costruttore mi dice che devo fare una casa a forma di piramide, io la faccio”. Mai paragone fu più calzante: è infatti Il Messaggero, quotidiano del costruttore Caltagirone, ad aver dato risonanza negli ultimi giorni alla campagna dei “si dice” e dei “pare che” contro l’occupazione. Senza che il suo giornalista Davide Desario sia mai venuto a fare un’inchiesta nell’occupazione di questo quartiere già preda decenni addietro del famigerato sacco di Roma. Gli unici giornalisti main stream a essere venuti nell’ex scuola a fare domande e riprese erano stati quelli di Report, (Il Male Comune, puntata del 31 maggio 2009). Gabanelli aveva così spiegato cos’era l’ “Otto Marzo” per le famiglie di Magliana, inserendo quest’occupazione nella più generale situazione abitativa e urbanistica romana (questa sì, veramente preoccupante).

Quest’autunno la trasmissione di Rai Tre sembra abbia qualche problema a ripartire. Oggi, a mezzogiorno il comitato d’occupazione aveva indetto una conferenza stampa per prendersi il diritto di replica alla campagna de Il Messaggero. Qualche muratore ha però costruito una piramide di troppo che ha costretto gli occupanti a ridiscutere la loro agenda.

Link articolo: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-avrai-altro-mattone-allinfuori-di-caltagirone/

(15 settembre 2009)

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Foto del Corteo per la scarcerazione della compagna e dei compagni

Quelli che seguono sono alcuni scatti della manifestazione di ieri 18 settembre a Magliana che ha visto la partecipazione di piu’ di mille persone. In fondo una foto del presidio sotto il carcere di Regina Coeli (Foto di Chiara Lalli).

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Aggiornamento arresti – sabato sera

Il PM si e’ preso altre 48 ore di tempo (domenica esclusa!!) per verificare la pratica e lunedi dovrebbero scadere i termini per esprimersi sulla convalida dell’arresto oppure la liberazione. Quindi la nostra compagna e i nostri compagni passeranno tutto questo fine settimana rinchiusi, compreso Sandrone che si trova al centro clinico di Regina Coeli un luogo assolutamente incapace di garantirgli le cure necessarie!

Quanto meno adesso passati gli interrogatori non hanno piu’ alcune delle limitazioni che avevano e quindi i tre compagni a Regina Coeli possono anche comunicare fra di loro.

Ringraziamo tutti e tutte coloro che hanno espresso la loro solidarieta’ partecipando alle iniziative di questi giorni o in qualunque altro modo e invitiamo tutti e tutte a continuare a farlo fino alla loro liberazione!

LIBER@ TUTT@ E SUBITO!!!!

MAGLIANA RESISTE!

 

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Sabato 19 settembre ore 17 Presidio davanti a Regina Coeli e Rebibbia sezione femminile

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Libertà
per la compagna e i compagni arrestati!

Presidio
davanti alle carceri di Regina Coeli e Rebibbia

 

.

Lunedi 14 settembre 5 compagni di lotta
dell’8 Marzo occupata di Magliana sono stati prelevati dai carabinieri in modo coatto
alle ore 4.40 di mattina e portati a Regina Coeli e a Rebibbia.

Le forze del dis-ordine si sono
introdotti con la forza nell’edificio della ex-scuola che ospita tutti noi:
famiglie di sfrattati, precari, disoccupati; ci hanno costretto a rifugiarci sul
tetto per difendere il nostro spazio.

Ci hanno detto che era solo una
perquisizione, ma il modo di agire era quello di uno sgombero ben organizzato.
Non ci sono riusciti e per ritorsione hanno portato via 5 occupanti. Hanno
sfondato le porte della varie stanze spaventando anche i bambini che sono stati
perfino costretti a saltare il primo giorno di scuola.

Proseguono così il gioco e gli interessi
dei consiglieri del Pdl come Luca Gramazio, Augusto Santori, Luca Malcotti e
dei palazzinari romani, in primis Gaetano Caltagirone e Domenico Bonifici che
usano l’arma della diffamazione mezzo stampa, attraverso “Il Messaggero” e “Il
Tempo” per colpire al fianco un movimento che fa paura a questa classe politica
incapace di risolvere problemi come la casa, il lavoro, la precarietà, il
reddito, e che teme che queste questioni mobilitino lotte generalizzate.

Non abbiamo nulla da nascondere.

Le diffamazioni diffuse da sedicenti
giornalisti, che qui non sono mai venuti a fare un’inchiesta, non ci hanno
fatto recedere dalla nostra lotta perché questa nasce dalla necessità di
abitare in una casa e dal desiderio di un diverso convivere, di riprenderci la
vita e non sopravvivere.

Per questo, in questi due anni di
occupazione, abbiamo recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado da
ben 30 anni, riaprendolo a tutto il quartiere. E’ così che ci siamo guadagnati
la solidarietà degli abitanti, molti dei quali, oggi sotto sfratto, si sono
conquistati, anni fa e con la lotta, la loro casa.

Gabriele, Francesca, Simone, Sandro e
Sandrone devono essere immediatamente rimessi in libertà, perché l’unica colpa
che hanno è quella di essere lavoratori precari e non potersi permettere di
acquistare una casa.

In particolare chiediamo con forza la
liberazione di Sandrone, attualmente recluso presso il centro clinico di Regina
Coeli
 che proprio ieri e’ stato medicato d’urgenza.
Affetto da un tumore per il quale e’ in attesa di un terzo intervento
chirurgico al San Camillo, dovrebbe ricevere a breve notizie sulla data
dell’operazione ma il sequestro del suo cellulare ne rende difficile, se non
impossibile, la reperibilità.

Questi 5 compagni rischiano di dover
passare ancora dei giorni privati della loro libertà personale per un’inchiesta
costruita senza nessun fondamento concreto, tanto che le accuse più gravi sono
già cadute così come cadranno tutte le altre!

 

 

SABATO 19 SETTEMBRE ALLE
ORE 17

PRESIDIO DAVANTI A REGINA
COELI E REBIBBIA SEZIONE FEMMINILE

 

Per
adesioni:

occupa@inventati.org

 

 

Comitato d’occupazione 8 Marzo

 

 

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